Edito da Università di Catania Quaderni del Dipartimento di Scienze Storiche Antropologiche Geografiche, Catania, 1984, 158 p.
In questo libro, il pensatore e rivoluzionario francese sosteneva apparentemente Luigi Napoleone e il suo colpo di Stato del 2 dicembre 1851 in quanto vedeva l’inizio di una fase di cambiamento sociale per la Francia.
Quando venne pubblicato lo scritto, Proudhon fu criticato e attaccato aspramente per il suo supporto verso una tirannia incarnata da Luigi Napoleone. Quel che però si ignora è come Proudhon, al di là del suo disprezzo verso il futuro Napoleone III (“Un infame avventuriero, presiede per illusione popolare i destini della Repubblica, approfitta della nostra discordia civile. Osa, con il suo coltello alla gola, chiederci la tirannia. Parigi assomiglia in questi momenti a una donna legata, imbavagliata e violentata da un brigante” (Carnets, 4 Dicembre 1851)), in realtà criticasse pesantemente la forma stessa dei governi nell’ultimo capitolo del libro (Anarchia o Cesarismo) e auspicava ad una libertà senza forme di potere e controllo verticiste.
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Nota dell’Archivio
-Traduzione del libro “La Révolution sociale démontrée par le coup d’état du 2 décembre”, Garnier Frères, Parigi, 1852