Dal Canto Alete, “Le imposture del prete”

Edito da La Fiaccola, Ragusa, 1988, 228 p.

Come definire un libro come questo? Comunque lo si voglia giudicare, rimane una lettura fuori dell’ordinario, certissimammente dissacratoria ma anche piacevolissima, divertente e istruttiva. Si pensi, tanto per are ancora qualche esempio e invogliare alla lettura, che: “A Coutchivenne (Francia) si ha la pretesa di conservare il respiro che Giuseppe mandò mentre spaccava la legna!” Possibile? Possibilissimo perchè “un angelo lo raccolse pienamente, lo pose in una bottiglia che donò alla chiesa di Coutchivenne.” E si pensi che, tra le tante ipotesi e supposizioni sul chi e come abbia ingravidato la Vergine Maria, non ti sbuca fuori un Sant’Ambrogio che taglia corto, affermando: “Maria per aurem impraegnata est!”, che Dal Canto traduce: “Aver un angelo ingravidato Maria per un orecchio!” E noi atei e miscredenti che non crediamo ai miracoli!
È un viaggio esilarantissimo attraverso le assurdità teologiche della liturgia e dei rituali – i più aberranti e stomachevoli imposti, anche con le torture più efferate e le minacce dell’inferno, da dottori e padri, e papi e santi. Un viaggio che ci fa penetrare nei labirinti oscuri dei vari “misteri” e nella giungla dei “miracoli.”

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