Gonzales Ildefonso, “Il movimento libertario spagnuolo.”

Ciclostilato a Torino, Ottobre 1976, XII+51 p.

Questo prospetto delle condizioni attuali degli sforzi di azione sociale degli anarchici spagnoli in esilio è stato pubblicato in varie puntate dalla rivista “Volontà”. Lo diamo ora completo perchè pensiamo che per quanto così sommario (l’autore non pensava scrivendolo che si potesse pubblicare in opuscolo) possa suscitare riflessioni più meditate. Uomini e donne che, a conclusione di vite intensamente combattute in patria, spesso anche dalle loro famiglie, costretti a vivere sotto sorveglianza continua e continua minaccia di espulsione dalle autorità dei paesi in cui han trovato rifugio – eppure non abbandonano, non mutano le loro volontà essenziali, ma trovano via via più difficile fare qualche passo concreto nella direzione in cui tendono: ecco un quadro in cui molti anche non spagnoli ritroveranno le radici di molti problemi anche loro, ai quali purtroppo è difficile trovare soluzioni.
È tanto difficile “fare” su un piano di azione sociale, in un mondo in cui l’azione sociale pare divenuta un riservato dominio dei politici, e pare quindi che l’unica scelta possibile sia tra il cedere e il far politica anche noi, degenerando inevitabilmente, rassegnandoci alla involuzione inevitabile dell’inezia. Eppure se ci rifiuteremo energicamente di fare della politica e ci decideremo di tornare ad essere persone tra persone, in basso, tra il popolo, senza ambizione di dirigere il nostro prossimo, che è il primo passo per comandarlo, qualche strada finiremo invece per aprircela anche noi. È assurdo che ci si riconosca costretti a scegliere o il tifo o la peste: c’è pure – anche se più difficile – la via della salute.
Ildelfonso Gonzales ci aiuta, con il racconto di un’altra esperienza a pensare questi problemi. Per la conoscenza che egli ha della Spagna e del movimento anarchico spagnolo, per la sua partecipazione agli avvenimenti principali di quest’ultimi trent’anni del movimento anarchico internazionale era uno dei più indicati per farci un quadro dell’attuale situazione del movimento anarchico spagnolo.
L’autore ci avverte, però, che essendo passato molto tempo da quando il quadro venne fatto, esso avrebbe fatto bisogno di essere aggiornato. Ma noi pensiamo che anche con le avvertenze e le modifiche Ildefonso Gonzales fa nella sua introduzione, l’essenziale del movimento libertario spagnolo rimane immutato: e cioè il suo considerevole numero di militanti di primo piano (ed in questi includiamo non solo gli intellettuali di valore ma gli umili compagni che hanno preferito e preferiscono la lotta dura e tutte le peripezie dolorose di 13 anni di esilio alla schiavitù di Franco, e soprattutto coloro che per volere riprendere il loro posto di battaglia nella loro terra affrontano la morte o la prigione) e lo spirito di sacrificio e la volontà di cui sono animati e per cui sono riusciti a mantenere vivo un movimento anche tra le difficoltà incontrate in paesi stranieri. Crediamo che questo scritto interessi i compagni italiani, molti dei quali hanno stretto rapporti solidi con i compagni spagnoli, dividendo con loro tutte le magnifiche e poi dolorose vicende della guerra civile spagnola. E ci auguriamo che esso trovi lettori attenti anche fuori dal nostro campo, in modo che il problema spagnolo attiri l’attenzione e l’interessamento di altri al di fuori di noi anarchici.
Franco, nonostante tutte le riabilitazioni volute dagli uomini di Stato, rimane il boia che fucila imprigiona tutti coloro, e sono molti, che osano ribellarsi alla sua tirannia. Ma contro la Spagna di Franco si erge, silenziosa e vendicatrice, quella del popolo spagnolo, ed è da essa che va la solidarietà degli anarchici e di tutti gli uomini amanti della libertà.
Questo lavoro, per quanto modesto, vuol essere anche una testimonianza di gratitudine verso questa Spagna libertaria che, come ha detto così bene Albert Camus, ha innalzato nelle sue opere di fronte a tutta la società coalizzata contro di essa un’immagine dell’uomo che resta e resterà il nostro esempio.
GLI EDITORI

Nota
-Lo scritto di Gonzales venne pubblicato su “Volontà”, nn. 6,7,8,9 e 10/11, anno VI, 1952
-Digitalizzazione fatta con la fotocamera

Link Download: https://mega.nz/file/CYwBlQyC#a9sL_V4varOKL9VcwuGjBQsJTd6JPJMyCsIRK8ucIDA

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