Gorz André, “Ecologia e libertà”

Edito da Orthotes, Nocera Inferiore, 2015, 94 p.

“Ecologia e libertà” è un libro straordinariamente anticipatore. In esso la crisi della natura non si pone come esterna all’economia, alla società, alla politica; ne è semmai il volto estremo, il sintomo inaggirabile, l’ingiunzione cui non ci si può sottrarre procrastinando. André Gorz è tra i primi a chiederci di pensare la questione ambientale nella sua non-autosufficienza, nella sua impossibilità a spiegarsi da sé: essa dischiude infatti una crisi del produttivismo occidentale e del capitalismo industriale che possiede un’origine storica e che richiede una soluzione politica. Tale soluzione, peraltro, non fornisce alcuna garanzia sulla desiderabilità o meno del suo esito: il testo torna a più riprese sul rischio concreto di una deriva tecnofascista, cioè di una risposta autoritaria alle sfide ecologiche. Il degrado degli equilibri biosferici schiude infatti uno scenario fortemente polarizzato: alla tentazione dispotica deve far fronte un progetto sociale complessivo capace di coniugare la sostenibilità ambientale e l’autonomia individuale e collettiva. Il nesso tra ecologia e libertà, dunque, non si dà in natura – non sta nelle cose: bisogna produrlo, curarlo, difenderlo.

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Note dell’Archivio
-Traduzione del testo “Écologie et liberté”, Éditions Galilée, Parigi, 1977
-La prima edizione in italiano è edita da Feltrinelli, 1977
-Emanuele Leonardi ha tradotto questa nuova edizione per Orthotes. Egli ha ripreso il lavoro che fece Comolli, ai tempi per Feltrinelli. Nel testo è riportato come Comolli, ai tempi, tradusse la parola francese “croissance” in “sviluppo” e non “crescita”.
Come spiega Leonardi, i due concetti sono completamente diversi (“crescita” designa una categoria precipuamente economica mentre l’ampiezza semantica di “sviluppo” occupa interamente anche il campo sociale) e ha preferito “mantenerne la distinzione.”

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