(a cura di) Mangone Carmine, “Fuori dal cerchio magico. Stirner e l’anarchia”

Edito da Centrolibri/EdiAnLibre, Catania, 1993, 90p.

NOTA DEL. CURATORE
Alcuni lettori si chiederanno sicuramente il perché di questi scritti su Stirner. L ’unica risposta plausibile, a mio modesto parere, andrebbe ricercata nella necessità di far nostre almeno alcune delle “illazioni” stirneriane sulla dimensione dell’individuo. Una tale appropriazione ci consentirebbe la critica puntuale di ogni pensiero che si fa norma (e costrutto ideologico) nell’umanesimo fondato sul valore di scambio delle idee e sulla loro santificazione. Questo, per una teoria radicale e sovversiva in continuo progresso sulla realtà. Una realtà, quella nostra, che ci respinge ogni giorno ai margini della sopravvivenza: in un’esistenza fatta molto spesso di sole parole, e che per tale motivo finisce per diventare quasi sempre un mero fatto culturale. Noi parliamo di S timer, e non facciamo che ampliarne il discorso, perché siamo convinti che ci si possa svincolare dai meccanismi dell’alienazione soltanto avendo coscienza della propria individualità creatrice (e lottando per essa).
Il fare cultura non ci interessa affatto, se rischiamo di addormentare l’”unico” che è dentro di noi…
L ’opera di un pensatore come Stirner può essere, di volta in volta: a) illustrata con piglio scientifico; b) travisata; c) sminuzzata e fatta propria con estrema sensibilità. Naturalmente, l ’ipotesi che facciamo nostra è l’ultima di quelle elencate, perché la riteniamo l’opzione gnoseologica che, meglio di altre, si adatta alle nostre convinzioni o alla nostra mancanza di convinzioni. Certo, trattare il pensiero stirneriano non è facile: noi lo abbiamo fatto con alti e bassi; e a volte con scarsa chiarezza — e non solo perché le strutture linguistiche che ci tocca utilizzare non permettono che si faccia di meglio… Abbiamo coscienza dei nostri limiti, noi per primi, ma proprio per questo cerchiamo di oltrepassarli: creandoci, non soltanto a parole, una nuova possibilità ogni giorno.
Cosa c’entra Stirner con tutto questo… vi starete forse chiedendo. C ’entra, c ’entra… Il pensiero di Stirner è la materia prima di quella pratica della liberazione che bisogna condurre contro tutte le ideologie (compresa l ’ideo­logia individualista dei cosiddetti “stirneriani”).
Non lasciamo dunque che i professori (i “colti”) si approprino di un’opera filosofica— come quella stirneriana — che possiamo fare nostra e utilizzare a nostro piacimento per la formazione di una nuova teoria critica radicale. S timer non è difficile da leggere. È molto più difficile non pensare che sia complicato. Che ognuno se lo legga a modo suo, allora. Troverà senz’altro qualcosa su cui riflettere. E se dalla lettura potesse mai uscire più stupido, sarebbe soltanto, e comunque, per colpa sua.
Carmine Mangone

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