Bakunin Michail, “Il socialismo e Mazzini: lettera agli amici d’Italia”

Edito da Serantoni, Roma-Firenze, 1905, 64 p.

Il presente opuscolo fu pubblicato la prima volta nel 1877 a Milano. Dopo fu ripubblicato in successive edizioni ad Ancona nel 1886 e a Imola nel 1901, senza essere mai disturbato dal fisco. È quindi a titolo di documento storico riflettente le polemiche pro e contro il socialismo, vivacemente sostenute dai due grandi agitatori Bakounine e Mazzini, che presentiamo al pubblico questa nuova edizione.
L’EDITORE

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Note dell’Archivio
-In Michel Bakounine, “Oeuvres. Tome VI”, Stock, Parigi, 1913, vi è la seguente Prefazione di James Guillaume:
Nello stesso numero de “La Roma del Popolo” in cui aveva attaccato l’Internazionale e la Comune di Parigi (13 Luglio 1871), Mazzini aveva lanciato l’idea della riunione a Roma di un Congresso operaio italiano. Il Congresso fu effettivamente convocato per il 1° Novembre successivo da una Commissione riunita a Genova (circolare di convocazione del 14 Agosto).
Su “La Roma del Popolo” del 12 Ottobre, Mazzini pubblicò una lettera aperta indirizzata “Ai rappresentanti gli artigiani nel Congresso di Roma.”
In questo periodo Bakunin stava lavorando al libro che avrebbe seguito la sua “Risposta d’un Internazionale a Mazzini”, che si sarebbe intitolato: “La teologia politica di Mazzini e dell’Internazionale”; mi aveva già inviato, per la stampa, le prime pagine di questo nuovo manoscritto fino a pagina 49 compresa (17 Ottobre). Ma non appena ebbe letto, su “La Roma del Popolo”, la lettera di Mazzini ai rappresentanti dei lavoratori italiani, interruppe il suo lavoro per iniziare, la sera del 19 Ottobre, una “circolare di risposta alla circolare di Mazzini”. Il suo diario-calendario lo vide occupato nella stesura di questa circolare fino al 28 Ottobre; ecco il testo degli appunti ad essa relativi, che ci mostrano l’improvviso abbandono del libro dottrinale in preparazione contro Mazzini (che egli chiama “2° opuscolo mazziniano” o “opuscolo 2 Mazzini”) per la frettolosa improvvisazione di questo appello ai suoi giovani amici italiani, mettendoli in guardia contro la manovra mazziniana e a sollecitarli all’azione immediata:
“18 Ottobre. Opuscolo Mazzini 2 – 19. Opuscolo di Mazzini 2. (Sera) Circolare di risposta alla circolare di Mazzini. – 20. Circolare contro Mazzini conclusa, domani preambolo, – 21. Circolare dettata a Emile [Bellerio]. – 22. Circolare dettata a Emile; inviata la prima metà della circolare a Paolo [un amico di Milano]. – 23. Scritto mattina e sera, continuazione della circolare. – 24. Inviati a Milano altri quattro fogli della circolare; scritto mattina e sera. – 25. Inviati a Milano quattro fogli, fino al tredicesimo compreso. – 26. Ho quasi finito la circolare, mattina e sera. – 27. Sempre Lettera agli amici contro Mazzini. – 28. Lettera di Burbero [Vincenzo Pezza, a Milano]; fine dell’epistola, in tutto venticinque fogli, quasi cento pagine, inviata a Burbero”.
Il Congresso “operaio” convocato dalla Commissione di Genova si è aperto a Roma il 1° Novembre. Tutti i delegati hanno accettato il programma mazziniano, ad eccezione di tre oppositori: Carlo Cafiero, che rappresentava la Sezione dell’Internazionale di Girgenti (Sicilia), Alberto Tucci, che rappresentava la sezione appena ricostituita dell’Internazionale di Napoli, e un delegato di Livorno, De Montel. Dopo aver firmato una dichiarazione il 3 Novembre in cui affermavano di considerare i principi accettati dal Congresso “contrari ai veri interessi della classe operaia e al progresso dell’umanità”, i tre oppositori si sono ritirati. I delegati votarono un Patto di Fratellanza, come base di un’organizzazione a cui aderirono 135 società operaie e che aveva come giornale l’Emancipazione, diretta a Roma da Maurizio Quadrio,
Il Congresso di Roma suscitò grande scalpore in Italia; suscitò le proteste degli operai socialisti e della gioventù rivoluzionaria; Garibaldi, sollecitato a spiegarsi in merito agli attacchi rivolti dai mazziniani all’Internazionale, rispose con la famosa lettera a Giorgio Pallavicini-Trivulzio, in cui diceva: “L’Internazionale è il sole dell’avvenire”.
Contemporaneamente al Congresso, era apparso un opuscolo di 15 pagine intitolato “Agli Opérai delegati al Congresso di Roma”, firmato Un gruppo d’Internazionali: era stato stampato a Napoli e distribuito ai delegati. Su “La Roma del Popolo” del 16 Novembre, Mazzini, senza nominare Bakunin, lo indica come autore di questo opuscolo; e, in effetti, il contenuto era stato tratto dal manoscritto inviato da Bakunin a Milano dal 22 al 28 Ottobre. Non avendo potuto ottenere questo documento, molto raro, non posso dare un’indicazione precisa del suo contenuto; ma, essendo stato distribuito tra il 1° e il 3 Novembre, è certo che solo le prime pagine del manoscritto di Bakunin, quelle inviate il 22 Ottobre e forse anche, in parte, quelle inviate il 24 e il 25, hanno potuto essere utilizzate dal traduttore. Secondo le informazioni raccolte da Max Nettlau, fu Palladino a tradurre, e probabilmente ad adattare e abbreviare, le parti del manoscritto pubblicate in queste 15 pagine a stampa.
Quattordici anni dopo, nel 1885, una traduzione italiana completa del manoscritto dell’Ottobre 1871 apparve sul “Piccone, bollettino comunista anarchico”, di Napoli, e, quasi contemporaneamente, sul “Paria” di Ancona, con il titolo: “Circolare. Ai miei amici d’Italia in occasione del Congresso operaio convocato a Roma pel I. Novembre 1871 dal Partito Mazziniano”; nel 1886, questa traduzione fu ristampata in un opuscolo di 103 pagine in-16, ad Ancona, dal titolo: “Il Socialismo e Mazzini, Lettera agli amici d’Italia”. Un’altra edizione fu pubblicata a Imola nel 1901. Nel 1905 Fortunato Serantoni pubblicò a Firenze un’altra edizione della stessa traduzione, preceduta dalla seguente nota:
“Questo opuscolo fu pubblicato per la prima volta nel 1887 (sic) a Milano. Fu poi ristampato in edizioni successive ad Ancona nel 1886 e a Imola nel 1901, senza mai essere continuato. È quindi come documento storico… che presentiamo al pubblico questa nuova edizione.”
Un’edizione più recente (a sua volta intitolata Quinta edizione) è stata pubblicata a Roma nel 1910, dalla Libreria Editrice Sociologica (già Casa Editrice Libraria “Il Pensiero”). È su questa edizione del 1910 che abbiamo basato la nostra traduzione.”

In Michail Bakunin, “Opere complete. Volume II”, curato da Arthur Lehning per l’Istituto Internazionale di Storia Sociale di Amsterdam e tradotto e pubblicato in italiano da Edizioni Anarchismo nel 1976, vi è la seguente nota del traduttore:
La riproduzione del testo è quella della prima edizione integrale del manoscritto dell’Ottobre 1871: Michele Bakounine, “Il Socialismo e Mazzini. Lettere agli amici d’Italia”, Ancona, 1885, 103 pagine. La copertina indica: Tipografia Economica 1886. La notizia biografica, pp. 5-9 non è riprodotta. Il manoscritto originale portava semplicemente come titolo: Circolare.
La metà del testo da p. 11 a p. 58 dell’opuscolo del 1885 era uscita prima ne “Il Paria. Organo Comunista Anarchico”, Ancona 1885, Anno I, n. 13 (17 Agosto), n. 21
(6 Ottobre). Vi furono due numeri del 6 Settembre (n. 16 e 17) di cui il primo venne sequestrato. Ambedue contenevano la quarta continuazione. “Il Paria” pubblicò il testo col titolo: « Il Socialismo e Mazzini ». Il testo era preceduto dalla seguente nota:
« Lo scritto inedito di Bakunin che incominciamo a pubblicare, sebbene riguardi il Congresso mazziniano convocato in Roma il 2 [esatto: 1] Novembre 1871, pure contenendo una severa e giusta critica dei principii repubblicani non ha perduto affatto d’attualità; quel che si dice nel 1871 lo si può integralmente ripetere oggi dopo 14 anni. Lo scritto non aveva altro titolo che “Circulaire”; è una di quelle lettere opuscoli, che Bakunin scriveva tutto di un fiato senza lasciar mai la penna, senza giungere prima all’ultima parola ».
Sopra il testo di Bakunin abbiamo messo la seguente dedica:
« Ai Miei Amici d’Italia. In Occasione del Congresso Operaio. Convocato a Roma. Pel 1 Novembre 1871 dal Partito Mazziniano ».

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