Reclus Élisée, Scritti Sociali. Voll. 1-2

Edito da Edizioni Immanenza, Napoli, 2014. Vol.1: 118 p.; Vol. 2: 114 p.

Recensione di Catilina (Luigi Fabbri), estratto da “Studi Sociali. Rivista di Libero Esame”, n. 14, a. 2, 16 Ottobre 1931

Parlare sia pure in ritardo di queste edizioni è un dovere, benché il loro testo sia conosciutissimo da un pezzo e possa sembrare che ormai altro interesse non offra che quello comune della propaganda, per la quale non è difetto il ripetere la verità a coloro che non la conoscono ancora o che troppo facilmente la dimenticano. Vero è che gli scritti di Reclus sono e saranno sempre vivi, e si ripubblicheranno ogni volta non inutilmente, perchè la loro maggiore efficacia non si deve solo alla precisione scientifica del suo linguaggio ed alla forza persuasiva del suo ragionamento, ma anche e soprattutto alla infinità bontà umana che ne spira. E questo è un pregio che resterà vivo ed attivo anche quando tutti gli schemi logici e le teorie sociali fossero superate. Ma dicevamo ch’era dover nostro dir qualcosa di questa ripubblicazione, per un’altra ragione: perchè la persone dell’editore, il nome del quale non appare nei libri ma che da questi è inseparabile per le vicende che ve lo legano, e la tragedia che la travolse violentemente alla morte, fanno di questi due volumi un documento storico di singolare significato ed importanza. I lettori ne converranno quando avremo detto che l’editore di questa ultima pubblicazione italiana (purtroppo incompiuta, almeno per ora) degli scritti di Reclus, fu Severino Di Giovanni: l’anarchico che ha vissuto illegalmente nella Repubblica Argentina (in seguito ad alcuni attentati attribuitigli) per circa tre anni, cercato a morte dalla polizia, arrestato in principio di quest’anno in circostanze drammatiche, fu con processo sommario condannato da un tribunale militare alla fucilazione, affrontata da lui con coraggio leonino nella Penitenziaria di Buenos Aires il 31 Gennaio u.s..
Chi scrive queste righe deve lealmente dire che, vivo il Di Giovanni, era da lui diviso da un dissenso profondo e radicale sia sul modo di concepire l’anarchismo, sia ed anche di più sui criteri pratici di lotta e di azione. Era come se andassimo per vie diverse e lontane; e qualche fatto assai doloroso aveva aumentata ancor più tale lontananza. Debbo aggiungere che, se si dovesse discutere ancora di quelle idee e criteri e fatti, il dissenso resterebbe il medesimo. Ma questo, qui, non importa. La morte ha superato i dissensi dei vivi; e qui ci occupiamo di una cosa, la pubblicazione degli scritti di Eliseo Reclus, intorno a cui nessun dissenso è possibile.
Ebbene, quello che vogliamo ricordare in modo che non sia dimenticato, poiché non ci pare che alcuno abbia parlato fin qui d’un particolare tanto importante, è che Severino De Giovanni è andato incontro al sacrificio, lo ha reso inevitabile, proprio perché volle a forza continuare, malgrado i consigli in contrario che non gli mancarono, ad occuparsi personalmente degli scritti di Eliseo Reclus. Egli ne curava amorosamente la raccolta, le illustrazioni, la scelta della carta, la correzione del le bozze, gli abbellimenti tipografici, ecc. Frugava biblioteche, pubbliche e private, scriveva a tutti (anche avversari) per procurarsi vecchie stampe, era di continuo in tipografia (proprio nel centro di Buenos Aires) a sorvegliare le sue edizioni; e ciò proprio nel periodo più tragico per l’Argentina, mentre la dittatura militare diventava sempre più liberticida, arrestava tutti gli anarchici che poteva trovare, e dava proprio a lui la caccia più insistente, dopo il colpo di mano militaresco del 6 settembre. Se il Di Giovanni non si fosse occupato di tutto ciò, che lo esponeva di continuo a tutte le insidie e ricerche del nemico, si sarebbe salvato di certo, poiché era furbissimo. Invece… E fu arrestato, dopo un inseguimento a revolverate, proprio mentre usciva dalla tipografia, dov’era in corso di stampa il III volume degli scritti di Reclus.
Non avevamo dunque torto ad attribuire a questa edizione quell’importanza speciale di cui parlavamo in principio. Poco diremo del suo valore intrinseco: è veramente una bella edizione, elegante. ed accurata, oltre che abbellita da fregi artistici e arricchita di numerose fotografie di Eliseo Reclus, prese in diversi periodi della vita di questi. Purtroppo il III volume, già completo e sotto i torchi, non fece a tempo a ultimarlo; e la polizia ha sequestrato e distrutto tutto, compresa una quantità di copie del 1 e 2 volume. Di questi ultimi però l’editore aveva per fortuna fatto a tempo a mandarne. un discreto numero all’estero, prima del suo arresto; e se ne può chiedere al “Risveglio” di Ginevra, all””Adunata dei Refrattari” di New York, ed anche qui in Montevideo all’indirizzo di Juan Campiglia, calle Piedad, 1305. Gli scritti contenuti nei due volumi pubblicati
sono i seguenti. Nel I volume: “Impressioni e ricordi su Reclus di Luigi Galleani; “L’evoluzione, la Rivoluzione e l’Ideale Anarchico” (che é il lavoro più importante di dottrina anarchica del Reclus) e “Il Popolo e l’Arte”.
Nel secondo volume: “Eliseo Reclus” note biografiche di Giacomo Mesnil: “Sviluppo della libertà nel mondo”: Ció che si legge nella storia”; “L’ideale del giovani”; “L’Anarchia”; “L’evoluzione legale e l’Anarchia”; “L’Anarchia e la Chiesa”; “Unione libera”; “Patria e Umanità”; “La Città del buon accordo”; “L’Internazionale”. Com’é stato già pubblicato in altri periodici anarchici, in intenzione di Di Giovanni era di pubblicare in altri volumi di “Scritti Social” tutto il resto di opuscoli e articoli di Reclus di carattere anarchico, e quindi anche brani, pagine o intere parti degli altri suoi lavori di carattere scientifico e dell’epistolario in cui Reclus parlasse di anarchia o sviluppasse, sia pure incidentalmente, il suo pensiero libertario e rivoluzionario. Peccato che un’iniziativa cosí utile sia stata troncata all’inizio, e cosí tragicamente! Ma non v’é nessun editore: di buona volontà e di coraggio, persona o gruppo che sia, il quale voglia e possa riprendere una cosi bella iniziativa e condurla a termine? Poiché, se completata, l’edizione riunita degli scritti anarchici di Reclus colmerebbe veramente un vuoto nella nostra letteratura di partito, non solo italiana ma internazionale.

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Nota dell’Archivio
-Ne “L’Adunata dei Refrattari” del 16 Agosto 1930 venne pubblicata l’uscita del Primo Volume di Scritti Sociali, seguita da una richiesta degli editori: “Noi domandiamo la collaborazione e la cooperazione dei compagni sia per la raccolta dei vecchi scritti, sia per la diffusione di quest’opera utilissima.” Nei successivi numeri de “L’Adunata”, comparve sia la pubblicità del Primo Volume (24 Gennaio 1931) che l’uscita del Secondo Volume (17 Gennaio 1931). Riguardo il Terzo Volume, sempre nel numero del 17 Gennaio, vengono riportati i titoli (14 per l’esattezza) che erano in procinto di essere tradotti. Nel numero del 31 Gennaio 1931 si apprende che il Terzo Volume fosse stato stampato e in fase di rilegatura. Sempre in questo numero viene riportato che “per incominciare il quarto non abbiamo altro materiale che i 32 titoli sopra elencati, ma ci mancano i testi, cioè non abbiamo nulla in una parola. “
Il sequestro e la distruzione del Terzo Volume e la repressione ai danni di Di Giovanni e compagni, pose fine a questo progetto editoriale.

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