Mariani Giuseppe, “Memorie di un ex-terrorista. Dall’attentato al Diana all’ergastolo di Santo Stefano”

Edito da L’ultima spiaggia, Ventotene, 2009, 221 p.

Presentazione
Giuseppe Mariani ha scritto la storia di due terzi della sua vita: quella della sua gioventù di ribelle e quella di un quarto di secolo passato nel­ l’ergastolo. Storia vera; episodicamente vera; veri anche gli stati d’animo per i quali è, a volta a volta, passato e che han diretto i suoi atti. Merita d’esser letta, soprattutto da coloro che non han vissuto in una epoca che si può dire cruciale, che di certi avvenimenti han sentito parlare sol­ tanto, e troppo spesso da cronisti interessati a falsare la verità. Mariani vi fa conoscere come e perché si arrivò al deprecato attentato del Diana. Dirò di più: come si volle che vi si arrivasse. Io, già, lo ebbi a dire altre volte e cominciai col dirlo al giudice istruttore: quell’atten­tato va annoverato tra i delitti di Stato. È mio fermo convincimento che fu la polizia a condurre per mano gli esacerbati terroristi fino davanti le griglie del Teatro Diana. Certamente la cosa non fu fatta in modo apparente. Quelli che spin­sero e guidarono gli attentatori non si misero in mostra, vestiti da que­sturini; può anche darsi che mai ebbero la coscienza di partecipare ad un infame tranello. La polizia agì attraverso l’oscuro od ignobile tramite dei confidenti e degli informatori. Ma fu essa a dare appuntamento al Diana sia al Mariani, che all’Aguggini e al Boldrini; però naturalmente non si presentò all’appuntamento. A lei bastava far credere che vi fosse pre­sente. Il piano di compromettere oltre che Malatesta tutto il Movimento Anarchico allora rigoglioso, in un atto che richiamasse su di lui la ri­provazione perfino delle masse lavoratrici, non fu certamente concepito a S. Fedele, ma al Ministero degli interni, alla direzione generale della polizia. San Fedele, però, ne curò l’esecuzione ed ebbe complice la ma­gistratura che procrastinava volontariamente il prendere una decisione sulla sorte riservata a Malatesta e compagni, contribuendo così ad ecci­tare gli animi di grandi settori dell’opinione pubblica, che reclamava giustizia o almeno che la giustizia facesse il suo corso senza mostrare una troppo evidente indolenza a mala volontà. Se il Malatesta fosse stato liberato due ore prima che l’attentato av­venisse, la strage non sarebbe stata consumata, ma è vero anche che se la Confederazione generale del Lavoro e la Direzione del Partito Socia­ lista non avessero posto il loro veto allo sciopero generale al quale già si accingevano le Leghe operaie della Lombardia, forse da Roma sarebbero partiti gli ordini perché il tribunale trovasse tempo per emanare un or­ dine di scarcerazione provvisoria. Le memorie di Giuseppe Mariani contribuiscono a dare la certezza che da troppe parti si mirava a trascinare gli Anarchici a un atto di di­sperazione che avrebbe sollevato l’opinione pubblica contro di loro, e quello che si voleva che avvenisse, avvenne purtroppo. Mariani passa poi a parlare della sua vita di ergastolano e dice come riuscì a superarne il micidiale attanagliamento, e come riuscì a non per­dere il controllo di sé stesso ed a non offrirsi candidato al manicomio cri­ minale. Interessanti poi sono le pagine che si riferiscono alla rivolta di Santo Stefano della quale fu animatore Pollastro. Nel libro rivivono persone oggi scomparse oppure dimenticate; rivive tutto un mondo di speranze e di rivolte che ebbero la loro logica e le cui cause determinanti, non nelle dottrine di un movimento vanno ricercate, ma nella violenza brutale e nelle sopraffazioni di un regime che chiama giustizia l’ingiustizia, e ordine sociale l’arbitrio autoritario. Si può essere d’accordo o non col Mariani nel proclamare l’ineffica­cia del terrorismo, ma la Storia ci insegna che vi sono momenti in cui la violenza diventa una necessità sociale. Solo è necessario che per quanto possibile, essa non colpisca alla cieca e che non faccia pagare agli umili, le colpe dei grandi.
Gigi Damiani, 1953

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Nota dell’Archivio
-Prima edizione: Torino, 1953, Arti Grafiche F.lli Garin

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