Schicchi Paolo, “Casa Savoia. Voll. 1 e 2”

Edito
Volume 1: Edizione Culmine, Buenos Aires, 1928, 196 p.
Volume 2: Edizione L’Aurora, Boston, 1929, 204 p.

Prefazione (Primo Volume)
Questa certamente non è una storia vera e propria di Casa Savoia; ma una serie di articoli pubblicati su vari giornali anarchici, secondo gli argomenti del giorno e le occasioni. Potrebbe meglio dirsi una storia dei delitti di Casa Savoia, divisa in due volumetti, che comprenderanno una trentina di articoli, ristampati nell’ordine cronologico con cui vennero fuori. Alcuni però sono stati interamente rifatti in conformità degli ultimi avvertimenti politici e delle più recenti ricerche negli archivi di Vienna e di Torino. Oggi è tanto più necessario pubblicare lavori di tal genere in quanto che tornano a far capolino con maggiore insistenza e frequenza del solito le più strabilianti panzane sulla prigionia del re, sull’antifascismo della corte sabauda e perfino (“risum teneatis amici”) sull’indignazione del…Duca d’Aosta. Sicuro, anche il massimo protettore del teschio di morto antifascista ! Or non è molto il Corriere degli Italiani di Parigi narrava diffusamente, nei più minuti particolari, un drammatico « consiglio di famiglia » tenuto al Quirinale, nel quale il sunnominato duca si levò a gridar minaccioso contro Benito Mussolini. Lo stesso giornale qualche mese prima (21 Ottobre 1926) dava perfino la mirabolante notizia che il Ganellone di Predappio aveva mandato due sicari a San Rossore per sopprimere Chiachieppe. Non molto dopo un corrispondente speciale del giornale Le Quotidien assicurava che, in colloquio segretissimo, una principessa reale italiana gli aveva parlato, quasi con le lacrime agli occhi, del miserando stato di schiavitù in cui vivevano lei, il suo re e tutta la tribù sabauda. Finalmente è stata posta in giro ed è stata raccolta da moltissimi giornali di tutto il mondo la frottola più grossa di tutte; cioè che Chiachieppe, minacciato di sequestro e di deposizione, s’era rivolto piagnucolando al generale Badoglio affinché salvasse il suo re e la monarchia. Va da sè che il Badoglio da buon monarchico, e piemontese per giunta, accorse al grido di dolore del suo sovrano e lo liberò dalle strette dell’incommensurabile e invincibile Italo Balbo. E così via di seguito, di leggenda in leggenda, di fiaba in fiaba, di frottola in frottola, una più ridicola e più grottesca dell’altra, che neppure un pescecane riuscirebbe ad ingoiare. La verità invece è che gli emissari e satelliti di Casa Savoia, i tutori (sedicenti antifascisti) dell’ordine borghese, i difensori (antifascisti) della patria monarchica e simili, in previsione di qualche diluvio universale cercano per tutte le vie e con tutti i mezzi di creare l’alibi al loro re, alla dinastia, alle loro cricche e alle loro combriccole ; un alibi che riesca a salvarli dal naufragio, come purtroppo è avvenuto tante volte nel passato. Ora questo lavoretto di propaganda mira appunto a ricordare il passato di Casa Savoia perchè tutti ne traggano insegnamento pel futuro

Prefazione (Secondo Volume)
Il ritardo nell’uscita di questo secondo volume si deve innanzitutto all’espulsione dell’autore, il quale in quel trambusto perdette appunti, documenti e manoscritti, talmentechè gli è toccato rifare tutto di sana pianta, lontano da biblioteche, da librerie e da archivi d’ogni specie, e costretto a ramingare fra i più gravi disagi e le più spietate persecuzioni. Torniamo intanto a ripetere per la millesima volta che nessuno di noi, e tanto meno l’autore, s’è sognato di scrivere una storia regolare ed erudita di Casa Savoia con riferimenti a fonti peregrine pour épater Camillo Cacasenno, e con mucchi di note, noticine e noterelle di seconda, terza e quarta mano ad uso e consumo dei predicatori e dei copisti. Questa è opera di volgarizzazione e di propaganda essenzialmente anarchica, perchè nello stesso tempo è antidinastica e antiborghese; contro il sovrano spergiuro e delinquente e contro i cerretani difensori del re povero diavolo ; avversa ai complici e compari aventineschi della monarchia sabauda e ai mazzieri concentrati della democrazia di Raimondo Poincaré. E si deve certamente a ciò se essa ha trovato l’ostilità apertamente idiota non solo dell’ « Iniziativa » del re, ma anche dei Cecconi del volontismo e dei funamboli dell’anarchismo deformato; il che, del resto, dimostra che ci troviamo sulla giusta via : contro tutti gli sbirri italiani e stranieri, e contro tutti gli arruffoni d’ogni tinta. Per ragioni facili a comprendersi il contenuto del Volume è alquanto diverso da quello promesso l’anno scorso, essendosi dovuto adattare in parte ai più recenti avvenimenti. Ai tartuffi in mala fede, che trovano, et pour cause, questa pubblicazione lunga, « verbosa » e quasi inutile, rispondiamo che non finiremo di sferzare in pieno coloro i quali continuano a parlare sbirrescamente di « re povero diavolo », di “re galantuomo”, di capri espiatori andati a pescare in Ogamagoga, di colpe popolari destinate a mascherare la viltà e il tradimento dei cantambanchi e dei demagoghi. E questo senza contare che proprio ieri a Taormina in Sicilia i famigerati disonorevoli Tasca e Pulci e il loro seguito applaudirono freneticamente la marcia reale in contrapposto all’inno fascista. E senza poi contare quello che un corrispondente dall’Italia scriveva giorni or sono all’Avanti ! (N° 49) : “Quanti commenti ha provocato il viaggio per esempio del principe ereditario. La voce comune parlava con insistenza del temporaneo esilio imposto al figlio dal padre per Volontà di Mussolini. Si considerava questo allontanamento del principe ereditario come una sicura conferma dell’opinione — sorta da tempo e esistente tutt’ora e ogni giorno acquirente maggior credito — sul dissidio fra la corte e il fascismo e specialmente fra Mussolini e il principe ereditario il quale, spiegava una variante, sotto l’influenza del generale Bencivenga (per questa ragione si diceva mandato al confino) insisteva presso il padre sulla necessità di cambiare il regime odiato dal popolo. E quante leggende ricama intorno a questo viaggio e dissidio l’immaginazione popolare ! Sarà tutto frutto di creazioni fantastiche, ma non per questo esso è meno sintomatico per gli umori che prevalgono“. Il che dimostra che da un capo all’altro d’Italia ci son molti ancora, i quali aspettano a bocca aperta la liberazione dalla corte dello Spiombi e la rivoluzione dal principe ereditario della camicia nera. Che cosa han fatto o scritto i Berneri, i Cecconi, i concentrati e gl’inizziati per distruggere illusioni così deleterie ? Nulla, assolutamente nulla, fuorché perpetuare la leggenda del “povero re” prigioniero del fascismo, e fare eco alle riprovazioni dei regi consoli fascisti e del prefetto Chiappe, futuro presidente onorario della repubblica democratica italiana.
Il gruppo editore de “L’Aurora” di Boston, Mass.
1 Febbraio 1929

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Note dell’Archivio
-Nel primo volume edito da Culmine, viene riportato il seguente Avvertimento degli editori:
“Nel pubblicare i capitoli di Paolo Schicchi su Casa Savoia, ripetiamo quello che in simili occasioni fu già detto da altri : Non potendo date una battaglia, stampiamo un libro. Certo l’opera non è affatto priva di mende, specialmente sotto l’aspetto storico; ma bisogna tener presente che il compagno nostro è dovuto aiutarsi più che altro con la memoria, essendoché nel luogo dove si trova relegato, per Volere dei rappresentanti del teschio di morto, non esiste una biblioteca Vera e propria a cui ricorrere in caso di bisogno. È superfluo intanto avvertire che in questa pubblicazione ogni nostro lavoro sarà prestato gratuitamente, e che, se mai vi sarà qualche utile, esso andrà per intero a beneficio della propaganda e delle vittime politiche. Ecco un motivo di più perchè i compagni diano all’opera la maggior diffusione possibile.
Il gruppo editore del « Culmine ».
Buenos Aires, 29, Luglio 1927.”

-I manoscritti del terzo volume di Casa Savoia andarono perduti quando Schicchi si spostò dalla Francia al Nord Africa francese (Algeria e Tunisia).
-Il terzo volume doveva contenere i seguenti capitoli:
I – I Carignano
II – Custoza e Lissa
III – Istituzioni Savoiarde
IV – I custodi dell’altare della patria
V – Il ministero di F. S. Nitti
VI – Il retroscena americano del garibaldinismo
VII – L’apocalisse
VIII – Documenti (in gran parte cavati fuori dagli archivi di Vienna).

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