Tellez Antonio, “La guerriglia urbana in Spagna. Sabate”

Edito da La Fiaccola, Ragusa, 1972, XI+169 p.

PRESENTAZIONE
 
Di un uomo come questo, della dimensione di quelli che passano ai ricordi delle generazioni successive non attraverso le riflessioni muffite dello storico, ma quasi sempre tramite la fantasia della ballata e del cantastorie, ben poco potrebbe farci intendere una biografia «solita maniera». E questo libro non è per niente un libro «alla solita maniera». Scarno, affaticato, ricco di notizie e dettagli minutissimi, tutti controllati con pazienza di ricerca che copre più di un decennio, finisce per costruire — senza alcun intervento retorico, che poi sarebbe stato quasi spontaneo se non legittimo — la figura di Sabaté, il guerrigliero spagnolo che intese continuare, praticamente da solo, la lotta in terra di Spagna, mentre altrove, ai di là dei Pirenei, milioni di fuoriusciti riflettevano sul da farsi con accanimento bizantino. E il lettore dovrà adeguarsi all’impegno cui è chiamato: quasi nulla è concesso al folclore, comunque niente che possa anche solo offuscare la verità storica del personaggio. Tema determinante del libro, nato dall’amicizia — dall’amicizia vera — dell’autore con il suo protagonista, accanto all’impegno narrativo e biografico, è quello più sottile e costantemente polemico in senso costruttivo, di individuare i motivi del contrasto che si venne a determinare — durante tutta la vita di Sabaté — tra la sua azione politica concreta in Spagna e l’azione che, in linea teorica, il Movimento Libertario Spagnolo (M.L.E.), in esilio intendeva condurre. E’ ovvio che concetti come quello tipicamente spagnolo e precisamente della Confederación Nacional del Trabajo (C.N.T.) in esilio, della responsabilità del militante nei confronti dell’Organizzazione, per cui veniva ad essere immediatamente posto al bando chiunque non aderisse in pieno con l’indirizzo voluto dal «centro», o comunque non si limitasse ad esporre le sue critiche in seno ai congressi, non potevano essere accettati da uomini come Sabaté. Per questi l’Organizzazione aveva sempre un’importanza preponderante — e ogni accusa in senso contrario diretta contro Sabaté è senz’altro da considerarsi tendenziosa — ma non potevano condividere che l’Organizzazione diventasse sinonimo di burocratizzazione, di sclerotizzazione e di vigliaccheria. Affermare che questi processi non vennero mai in atto nel movimento ufficiale spagnolo in esilio non è possibile in quanto si hanno prove sufficienti per determinare responsabilità collettive, erronee valutazioni di singoli militanti responsabili, e deviazioni coscienti, quando non sia possibile parlare di veri e propri tradimenti. Al di là dell’Organizzazione, quindi, Sabaté vedeva l’efficienza della struttura stessa, in mancanza della quale, nel momento in cui quest’ultima perde la sua funzione — che è sempre quella rivoluzionaria — e si riduce a rimasticare sempre i soliti problemi teorici, diventa senz’altro superata e quindi deve essere posta da canto. L’alternativa resta allora o quella della scissione — e può a volte essere una dolorosa alternativa sebbene in linea di principio non dia sufficienti garanzie di non trasformarsi a breve scadenza in una ulteriore burocratizzazione — oppure l’azione dei singoli gruppi d’azione, in diretto contatto con le masse potenzialmente rivoluzionarie. Se questo contatto attivo, può determinare l’entrata in funzione del processo rivoluzionario è faccenda che andrebbe approfondita, ma che ovviamente non può avere una esatta considerazione in questa sede, il problema volontaristico resterà sempre il punto centrale di ogni discorso rivoluzionario; però possiamo dire che quando si verifica una situazione di generale addormentamento fazione di pochi uomini come Sabaté o di pochi gruppi che al sonno — simile alla morte — preferiscono la morte vera ma in combattimento, è senz’altro da considerarsi come l’unica soluzione accettabile. Per questo abbiamo visto in Sabaté non solo un esempio limpidissimo di dedizione alla causa, un esempio di vita morale in perfetta aderenza all’idea; ma anche un esempio di condotta concreta della lotta contro la tirannia e i padroni.
Catania, 20 settembre 1971
Alfredo M. Bonanno

Link Download: https://mega.nz/file/KFYAnApB#A8J8fLSfc9GfoeAebuIU1lfXDgq5ruMY0Xih1YnpoR8

Note dell’Archivio
-Traduzione del libro “La guerrilla urbana en España: Sabaté”, Editions Bélibaste, Parigi, 1972, VII+213 p.

Questa voce è stata pubblicata in Libri e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.