Reclus Eliseo, “L’Anarchia. L’Anarchia e la chiesa”

Edito da Edizioni della Rivista L’Università Popolare, Milano, 1911, 44 p.

Eliseo Reclus di Luigi Molinari
Fu un Uomo Grande nel vero e completo significato della parola. Grande per integrità di carattere e per quella nobile fierezza che non s’inchina agli uomini coronati o potenti o ricchi, ma soltanto al Vero ed al Giusto. Grande per il sacrificio di tutta la sua esistenza all’ideale splendido di pace universale simboleggiato nel nome a noi tanto caro di: anarchia.
Grande per la coltura sua profondissima nel campo scientifico, tanto che l’opera sua di geografo segna nella storia della scienza un progresso enorme ed indica ai futuri nuove vie, nuovi sistemi più razionali e veramente utili, istruttivi e pratici per lo studio della geografia e della sociologia.
Nacque in Francia a Sainte-Foy le Grande il 15 Marzo 1830 e morì il 4 Luglio 1905 a Touront, vicino ad Ostenda nel Belgio. Ampie biografie furono pubblicate dalla stampa internazionale e la nostra Rivista l’Università Popolare riprodusse, tradotto in italiano, lo splendido discorso di Guglielmo de Greef, negli ultimi fascicoli del 1906.
La sua vita, dicemmo, è tutta un tessuto di operosità. I lavori scientifici numerosissimi e qualcuno di mole poderosa si alternavano cogli opuscoli di propaganda libertaria ed anche con volumi di lettura e di educazione pei giovanetti. Due di questi, La storia di un ruscello e La storia di una montagna sono veri gioielli di alta educazione morale, purtroppo però quasi ignorati dai nostri maestri italiani, i quali a torto lamentano la mancanza di libri di educazione positivista. Noi conserviamo un prezioso autografo del nostro amato Maestro e ne riproduciamo qui il testo, perchè nella semplice fierezza rivela tutto il carattere del Grande che onoriamo. Alla nostra domanda: è proprio vero che una società umana civile deve reggersi con leggi emanate da un consesso legislativo o da qualsiasi autorità? Eliseo Reclus rispose: Sì, ogni società umana ha bisogno di leggi, ma gli uomini liberi non domandano questi leggi che a loro stessi: ogni coscienza decide sovrana di sè. Quanto ai deboli, agli ignoranti, ai vili, ai disperati, che si rivolgano pure a Dio od al padrone: uniti branchi di pecore, si facciano pure guidare dal pungolo che li conduce al macello.

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Nota dell’Archivio
-Traduzione dei testi:
–“L’Anarchie”, pubblicato su “Les Temps nouveaux” nel 1896
–“L’Anarchie et l’Église”, scritto insieme al fratello Paul Reclus (che usò lo pseudonimo “Georges Guyou”) e pubblicato nell’inserito de “Les Temps nouveaux” nel 1900

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