L’Internazionale. Periodico Socialista-Anarchico

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Durata: 12 Gennaio 1901 — 5 Maggio 1901
Luogo: Londra
Periodicità: [Irregolare]
Pagine: 4

Note dell’Archivio
-Manca il n. 1
-Pagine cartacee strappate e rattoppate con del nastro adesivo
-Nell’originale cartaceo, per un errore tipografico le pagg. 2, 3 e 4 dei numeri presenti in archivio erano invertite. Come file elettronici sono stati riordinati.
-Come scrive Pietro Di Paola in “The Knights Errant of Anarchy. London and the Italian Anarchist Diaspora (1880-1917), “Silvio Corio, arrivato da Parigi all’inizio del 1901 dopo aver scontato due mesi di carcere per aver contravvenuto a un ordine di espulsione, è al centro de L’Internazionale. Il periodico doveva essere una piattaforma di dibattito costruttivo tra le varie tendenze del movimento anarchico. Gli anarchici dovevano “dotarsi di criteri coerenti e ben discussi perché si avvicina il momento dell’azione rivoluzionaria”. I collaboratori del giornale provenivano dalla colonia anarchica internazionale di Londra. Oltre ai pezzi scritti dagli italiani – Corio, Malatesta, Bacherini, D’Angiò, Cicognani e Pietraroja -, L’Internazionale riportava articoli di Louise Michel, dell’anarchico russo Cherkezov e dello spagnolo Tarrida del Mármol. Il risultato era una pubblicazione eterogenea. Le questioni riguardanti il movimento operaio e lo sciopero generale erano dominanti; L’Internazionale forniva informazioni sul movimento operaio in Europa e nelle Americhe e sul tentativo degli anarchici di organizzare i camerieri e i lavapiatti impiegati nei ristoranti di Londra. Con l’espansione dei servizi di ristorazione all’inizio del secolo, il numero di cuochi e camerieri italiani era aumentato costantemente. I dipendenti di ristoranti e alberghi non erano organizzati, accettavano il lavoro a qualsiasi condizione ed erano soggetti a un duro sistema di sudorazione: “il cameriere tedesco, svizzero o italiano di solito non riceveva alcun salario ma, al contrario, doveva pagare al suo datore di lavoro una percentuale di 6 d. o più sulla libbra dei suoi incassi lordi in mance”. Così, cuochi e camerieri divennero una fonte di potenziali reclute e, nel 1901, gli anarchici italiani presero l’iniziativa di creare associazioni di lavoratori dove non ce n’erano, annunciando la prima riunione della Lega di Resistenza fra i lavoratori in cucina a Londra, che si sarebbe tenuta presso la sede del Circolo Filodrammatico, al 38-40 di Hanway Street. Il Circolo Filodrammatico (chiamato anche Club Italia) era gestito dal sarto Isaia Pacini […] Secondo i suoi promotori, la Lega di Resistenza non voleva essere un’altra società amichevole, ma si concentrava sulle lotte economiche: sulla riduzione dell’orario di lavoro, sull’aumento dei salari e sulla lotta contro quei padroni italiani che si approfittavano delle condizioni miserevoli e dell’adattabilità dei loro connazionali per sfruttarli. Il 20 Gennaio 1901 diversi oratori parlarono a un folto pubblico al Circolo Filodrammatico Italiano, e un lavoratore britannico esortò il pubblico ad aderire alla Amalgamated Waiters’ Society; la riunione si concluse con l’approvazione di una risoluzione che esortava i camerieri a lottare per “l’abolizione delle mance e per un salario equo”. […] dal secondo numero L’Internazionale cominciò a soffrire di problemi finanziari e di gravi ritardi nella pubblicazione. Passarono circa due mesi prima dell’uscita del terzo numero. Per superare queste difficoltà Corio propose Malatesta come direttore del giornale, ma questi rifiutò […] L’impaginazione malriuscita dell’ultimo numero, con pagine e articoli confusi, illustrava le difficoltà che il gruppo editoriale stava affrontando. Infatti, il quarto numero de L’Internazionale fu anche l’ultimo.

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